Molto spesso quando un terapeuta inizia una nuova psicoterapia, e comincia a fare domande sull’infanzia del paziente, e su come i suoi genitori si comportavano con lui, dopo le consuete risposte (infanzia felice, genitori amorevoli) in genere il paziente fa dei commenti sulla presunta fissazione degli psicologi sull’infanzia e, appunto sul ruolo dei genitori.
Certo visto da fuori può sembrare che ci sia un accanimento nei confronti di questi due argomenti, ma solo perché si tratta di motivi veramente importanti. In effetti è quello che ha fatto di noi quello che siamo. Ormai tutti gli psicologi dell’età evolutiva sono concordi nel riconoscere una correlazione tra accudimento infantile e personalità dell’adulto. Addirittura è possibile prevedere di che tipo di patologia soffrirà l’adulto osservando lo stile di attaccamento del bambino. Per stile di attaccamento gli psicologi intendono semplicemente il tipo di relazione tra madre e bambino nei primi anni di vita di quest’ultimo.
Normalmente noi siamo inclini a fare dei grossi sconti ai nostri genitori su tutte le loro carenze mentre tendiamo a esaltare le cose che hanno fatto per noi. È abbastanza comune sentire frasi del tipo: questa qualità la devo a mia madre o in questo sono tutto mio padre, ma solo relative a caratteristiche positive. Mentre se qualcuno ci fa notare che abbiamo gli stessi vizi e le stesse carenze dei nostri genitori, in genere andiamo su tutte le furie. Non a caso è un classico argomento di lite tra coniugi.
Effettivamente quando si vanno ad analizzare i fatti, per esempio i ricordi dell’infanzia, in modo puntuale, in genere salta fuori la dura realtà con frasi tipo: “veramente non ricordo che mia madre mi abbia mai baciato o dato una carezza” oppure “mio padre stava tutto il giorno al lavoro, e quando tornava era stanco e non poteva essere disturbato, non credo abbia mai giocato con me”, in genere dette dal paziente come se si trattasse di una cosa comune. In effetti sta parlando della sua normalità, e come non ci siamo mai chiesti perché mangiamo con coltello e forchetta invece che con le bacchette, non ci siamo mai chiesti se fosse normale che nostra madre non ci abbia mai dato un abbraccio: è così e basta.
Fare un percorso di psicoterapia psicoanalitica vuol dire anche squarciare il velo di omertà che copre i ricordi penosi della nostra infanzia, per vedere finalmente i nostri genitori come persone reali, con i loro pregi e i loro difetti, e non come dei supereroi senza macchia e senza peccato.
Da questo nasce questa fissazione degli psicologi ; perché senza ricostruire la nostra infanzia, il clima nel quale siamo cresciuti, il rapporto con i nostri genitori, è impossibile fare un percorso di questo tipo.
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